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Manipolazioni articolari

Aggiornamento: 16 nov 2020

Indicazioni, rischi ed effetti.

Definizione

La più attuale ed esaustiva definizione della manipolazione è stata fornita nel 2016 dalla massima autorità internazionale nel campo della Terapia Manuale, ovvero l’International Federation of Orthopaedic Manipulative Physical Therapists (IFOMPT): “La Manipolazione Vertebrale è l’applicazione di un movimento rapido ad un segmento spinale che determina la separazione delle superfici articolari, una erogazione di stimoli afferenti sensitivi transitori e una riduzione della percezione del dolore. La separazione delle superfici articolari comunemente causa il fenomeno fisico della cavitazione a livello intra-articolare, accompagnato comunemente da un popping sound udibile. La riduzione della percezione del dolore conseguente alla manipolazione con impulso è influenzata da meccanismi sovraspinali, i quali comprendono anche l’aspettativa di ottenere un beneficio.” In sintesi, in Fisioterapia si raccomanda l’uso della manipolazione per modulare il dolore e la disabilità percepiti dal paziente e si utilizza per curare diversi disturbi muscoloscheletrici quali lombalgia, cervicalgia, epicondilalgia laterale di gomito (come ad esempio il gomito del tennista) e cefalea.

E' una tecnica rischiosa?   No, non più di altre.

Le manipolazioni sono generalmente sicure, anche nei soggetti più anziani (> 65 anni). Tuttavia, come ogni intervento medico-sanitario, non sono esenti dal rischio casuale di complicazioni; più frequenti nelle prime sessioni di trattamento o in caso di patologie internistiche (cardiologiche, neurologiche, reumatologiche, traumatologiche, endocrinologiche) pre-esistenti o non diagnosticate. Ecco perché è importante che tu paziente riferisca al tuo Fisioterapista anche eventuali patologie che affliggono altri sistemi che non siano prettamente quello muscolo-scheletrico. I benefici delle manipolazioni sono superiori rispetto ai potenziali rischi: la letteratura scientifica indica che l’occorenza di eventi avversi minori, ossia con uno scarso impatto sulla vita quotidiana (quali cefalea, dolenzia locale post trattamento, nausea, ecc.) sono comuni in tutte le tecniche manuali (ne hanno avuto esperienza il 53,5 - 56% dei pazienti adulti e lo 0,83 - 1% dei pazienti pediatrici di età ≤ 18 anni), e si risolvono spontaneamente in 24 ore. Gli effetti avversi maggiori invece sono molto rari e non sono causati dall’applicazione delle tecniche manuali ma dall’errore del clinico nel non riconoscere la relazione tra i sintomi lamentati dal paziente e un'eventuale patologia sottostante. Le ricerche scientifiche stravolgono i falsi miti: nessuna tecnica tra mobilizzazioni, manipolazioni ed esercizi è più sicura delle altre nel trattamento dei disturbi muscoloscheletrici, soprattutto cronici (come ad esempio nella cervicalgia aspecifica, lombalgia aspecifica ed epicondilalgia laterale di gomito).

Non esistono prove che dimostrino un maggiore collegamento tra eventi avversi e manipolazioni rispetto ad altre tecniche.


Quali effetti produce?

Le manipolazioni modulano il dolore agendo con meccanismi di diverso tipo: meccanico, neurofisiologico, vegetativo, immuno-endocrino e placebo. Tra questi modelli, quello psico-neuro-fisiologico è il più accreditato scientificamente. La modulazione del dolore è resa possibile grazie all’interazione tra la risposta neurofisiologica e l’applicazione della tecnica manipolativa.

Oggi possiamo affermare in modo conclusivo che le manipolazioni non provocano lo spostamento delle vertebre ne il loro riallineamento.

 
 
 

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